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Roma, 19 maggio 2016
Circolare n. 89/2016
Oggetto: Porti – Disciplina delle concessioni
– Riforma delle Autorità portuali – Pareri del Consiglio di Stato n. 1076 del
3.5.2016 e n. 1142 del 9.5.2016.
La
storia infinita della riforma portuale segna un’ennesima tappa. Il Consiglio di
Stato ha recentemente diffuso due pareri riguardanti, rispettivamente, lo
schema di decreto ministeriale sulla disciplina delle concessioni e lo schema
di decreto legislativo sulla riforma delle Autorità portuali.
Se ne evidenziano
gli aspetti principali.
Concessioni – Dopo più di 20 anni
dall’emanazione della legge 84/94 sul riordino della legislazione portuale, il
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha messo a punto lo schema di
decreto attuativo dell’art. 18 della stessa legge disciplinando in maniera
organica la concessione di aree demaniali e di banchine comprese nell’ambito
portuale (in particolare relativamente a forme di pubblicità, durata, poteri di
vigilanza e controllo delle Autorità concedenti, modalità di rinnovo e limiti
minimi dei canoni). Sullo schema di decreto si è pronunciato il Consiglio di
Stato che, pur condividendone le linee generali, ha fornito un parere
interlocutorio (n. 1076/2016) formulando una serie di rilievi su alcuni punti e
riservandosi di esprimere un parere definitivo una volta ottenuti dall’Amministrazione
tutti i chiarimenti richiesti.
In
particolare il Consiglio di Stato sottolinea come il provvedimento in questione
vada a sanare finalmente una lacuna normativa della riforma del ’94 definendo
una procedura certa per la selezione del concessionario. Secondo il Consiglio
di Stato, peraltro, tale selezione dovrebbe avvenire sulla base di una gara
vera e propria, coerentemente con quanto previsto dal recente Codice dei
contratti pubblici (DLGVO n. 50/2016), piuttosto che
con una procedura di evidenza pubblica che non limiterebbe la discrezionalità
dell’ente giudicante stante l’assenza di
un bando e la mancata predeterminazione di criteri di selezione delle domande. Inoltre,
sempre secondo il Consiglio, suscita perplessità la mancata indicazione nello
schema di decreto dei criteri per il calcolo dei canoni demaniali minimi, che
verrebbero demandati ad un successivo provvedimento.
La
palla torna dunque al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che dovrà
rispondere ai rilievi del Consiglio di Stato.
Riforma autorità portuali – In attuazione della
legge n. 124/2015 concernente la riorganizzazione delle Amministrazioni
pubbliche (cosiddetta legge Madia),
il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare uno schema di decreto
legislativo di riforma delle Autorità portuali sul quale si è espresso il
Consiglio di Stato (parere n. 1142/2016). Il provvedimento entro il 16 luglio dovrà
ricevere il parere anche delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato per poi
tornare in Consiglio dei Ministri per l’approvazione finale.
Il
Consiglio di Stato ha espresso un parere sostanzialmente positivo sull’impianto
della riforma, in particolare per quanto riguarda la riduzione delle attuali 24
Autorità portuali alle 15 Autorità di
sistema portuale, la riorganizzazione interna e la semplificazione della governance. Aldilà
dei singoli aspetti il Consiglio di Stato apprezza soprattutto il ruolo
strategico della riforma per conferire snellezza e agilità all’attività
pubblica dei porti e connetterla con il mondo economico e produttivo per fare
del Sistema Mare il motore di uno sviluppo economico.
Ad
avviso del Consiglio, tuttavia, queste pur significative innovazioni non appaiono, da sole, sufficienti a ridare
slancio economico al settore ma
dovrebbero essere accompagnate da altri interventi (tra cui la riforma degli
interporti) che secondo una visione
strategica concorrono al rilancio della portualità e alla necessaria
apertura al mondo della logistica e della intermodalità.
Fabio Marrocco |
Per
riferimenti confronta circ.re conf.le n.143/2015
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